Una
esperienza unica che ci ha segnato. Il nostro inglese è sicuramente
migliorato e abbiamo visitato vari siti geologici e località della
Polonia che ci hanno interessato. Ma non vogliamo soffermarci solo su
quest’aspetto. La cosa più importante da sottolineare è che siamo
cresciuti interiormente e sicuramente un po’ di Polonia è rimasta nel
nostro cuore e nell'anima. Abbiamo accresciuto la consapevolezza del
senso della vita e di quanto siamo fortunati noi a vivere in Italia.
La
Polonia è un paese molto umile fatto di persone umili ma molto
generose. Le case, in genere, sono veramente piccole e qualche volta
persino prive di acqua calda perché molte famiglie vivono in povertà.
Nonostante ciò le famiglie che ci hanno ospitato ci hanno offerto tutto
quello che avevano come se fossimo loro figli per una settimana.
Vogliamo così raccontarvi la nostra esperienza tramite alcuni
significativi commenti dei partecipanti a questo straordinario progetto.
Forse
è un fenomeno circoscritto a me stesso, ma mi risulta sempre difficile
parlare o scrivere di esperienze come quella che ho vissuto in Polonia.
Non è inusuale per me immergermi in un'altra cultura, circondato da
persone che non conosco e ambienti distanti dagli standard giornalieri;
perciò sapevo già da prima della mia partenza che non sarei mai riuscito
a definire con criterio quel periodo. Certo, potrei iniziare a parlare
della sconfinata distesa verde che pigramente sbirciai dall'oblò
dell'aereo quel 23 settembre, dell'architettura classicheggiante di
Varsavia che man mano cedette il passo a un'interminabile ed esasperante
autostrada, dell'ormai familiare paese di Zawierce, delle scarpinate
nei boschi che schioccavano di rami rotti a ogni passo, sulle colline,
tra le dune, della casa dei pompieri, di quella strettissima e
terrorizzante cava, delle miniere di sale, di Cracovia pugnalata dalla
pioggia.
Ma sarebbe davvero poco, e l'ispirazione per parlare della Polonia viene qui dalla mia sinistra mentre scrivo: la foto di gruppo scattata proprio durante una di quelle battenti escursioni, tappezzata sul retro con un variopinto insieme di scritte degli altri studenti del Comenius. Rileggendole infatti riesco a ricordare un po' quello che ho passato: ed ecco che quell'infinito soggiorno nell'autobus per arrivare a Zawierce si colora delle battute ormai dettate dal tedio e dalla stanchezza, le scarpinate che toglievano il fiato non tanto per la costante ripidità dei percorsi che la guida si ostinava a proporre ma per le risate, il freddo che impregnava i castelli, i pasti onnipresenti, le cipolle, i discorsi sulle differenze tra i nostri paesi e le nostre scuole, la stanchezza che mi stordiva una volta tornato a casa stremato, la calorosa e mai invasiva ospitalità, più tutti quei luoghi albergatori di quel continuo e positivo adattamento al quale ognuno di noi si è sottoposto, infatti più di ogni altra cosa e come è ovvio che sia, queste scritte mi ricordano le persone a cui mi sono legato. Credo infatti che il naturale smarrimento e imbarazzo che ogni studente prova quando è posto in una situazione del genere stimoli una nascita di rapporti più genuini di quelli che siamo abituati a stringere naturalmente, in cui dalla diversità nasce la necessità di ascoltare davvero, di rispondere sinceramente, di offrire agli altri niente più che noi stessi, di non dare nulla per scontato.
Ma sarebbe davvero poco, e l'ispirazione per parlare della Polonia viene qui dalla mia sinistra mentre scrivo: la foto di gruppo scattata proprio durante una di quelle battenti escursioni, tappezzata sul retro con un variopinto insieme di scritte degli altri studenti del Comenius. Rileggendole infatti riesco a ricordare un po' quello che ho passato: ed ecco che quell'infinito soggiorno nell'autobus per arrivare a Zawierce si colora delle battute ormai dettate dal tedio e dalla stanchezza, le scarpinate che toglievano il fiato non tanto per la costante ripidità dei percorsi che la guida si ostinava a proporre ma per le risate, il freddo che impregnava i castelli, i pasti onnipresenti, le cipolle, i discorsi sulle differenze tra i nostri paesi e le nostre scuole, la stanchezza che mi stordiva una volta tornato a casa stremato, la calorosa e mai invasiva ospitalità, più tutti quei luoghi albergatori di quel continuo e positivo adattamento al quale ognuno di noi si è sottoposto, infatti più di ogni altra cosa e come è ovvio che sia, queste scritte mi ricordano le persone a cui mi sono legato. Credo infatti che il naturale smarrimento e imbarazzo che ogni studente prova quando è posto in una situazione del genere stimoli una nascita di rapporti più genuini di quelli che siamo abituati a stringere naturalmente, in cui dalla diversità nasce la necessità di ascoltare davvero, di rispondere sinceramente, di offrire agli altri niente più che noi stessi, di non dare nulla per scontato.
Nico Di Guida IV B
Sette
ragazzi del liceo scientifico Enrico Fermi di Bari il 23 Settembre 2012
si sono incontrati alle 5 di mattina all’aeroporto di Palese per uno
scopo preciso,andare in Polonia. Tra questi sette ragazzi c’ero anche
io. Siamo stati ospitati a Zawiercie una città a circa 200 km da
Cracovia. Siamo arrivati Domenica sera intorno alle 22.30 e da lì è
iniziato il vero viaggio. Ognuno di noi è andato nelle rispettive
famiglie ospitanti per poi imbattersi in una cultura completamente
diversa dalla nostra!In quei pochi giorni in cui siamo stati lì abbiamo
scoperto un mondo nuovo, un mondo pieno di persone molto cordiali e
socievoli in un paesaggio fantastico. Abbiamo potuto ammirare
innumerevoli cose che non ci saremmo mai aspettati! Come ad esempio dei
castelli costruiti nella roccia su delle colline,una cosa molto
particolare mai vista prima! Abbiamo visitato una miniera di sale e per
raggiungerla abbiamo dovuto fare 300 m di scale in profondità,però ne è
valsa la pena poiché abbiamo potuto ammirare luoghi completamente
scolpiti nel sale,addirittura una piccola cappella fatta di sale, e dei
fantastici laghi sotterranei usati per trasportare il sale in
superficie. Abbiamo visitato anche delle dune di sabbia nel mezzo di un
bosco,il che ci ha lasciati molto sbalorditi, e dopo averle scalate
abbiamo potuto ammirare una vista stupenda,ovvero una distesa di verde
mischiato ad una distesa di rocce e sabbia. Abbiamo anche visitato una
caverna,dove è stato molto difficile arrivare ed entrarvi, però abbiamo
potuto ammirare una cosa mai vista. Siamo anche andati in visita a
Cracovia, una città fantastica e molto particolare, dove sono messe a
pochi metri l’una dall’altra palazzi antichi e palazzi moderni,cosa
molto pittoresca e strana ma che ha il suo effetto; a Cracovia abbiamo
anche visto alcuni castelli e la piazza centrale di Cracovia con al
centro un’enorme statua di marmo. I sette ragazzi che hanno affrontato
questo viaggio con due professoresse di scienze alla fine, il 30
settembre, a malincuore sono dovuti tornare a Bari, ormai affascinati
da una diversa cultura,dal cibo meraviglioso,dalle usanze polacche,dalla
lingua ,dalla famiglia che li aveva ospitati e soprattutto dal
paesaggio e dalla flora tipica della Polonia! Era il mio primo viaggio
fuori dall’Italia e sono stato stregato così tanto dalla cultura polacca
da aver deciso di ritornare la prossima estate per visitarla meglio, e
tutto questo grazie al Comenius.
Sarah Passaquindici IV E
Tipical Polish dish |
Eleonora Colaianni IV I
Tutto è cominciato a settembre dell’anno scorso.
Abbiamo iniziato a conoscerci noi ragazzi italiani con la consapevolezza che alcuni si sarebbero uniti più che mai.
Varsaw - Culture Palace |
Gli
incontri a scuola si facevano sempre più numerosi sempre più impegnativi
e noi sempre più stanchi. Quando ho saputo che la mia meta sarebbe
stata la Polonia , ne sono rimasta soddisfatta , in quanto ne avevo già
sentito parlar bene .
Ho affrontato questo viaggio con bellissime persone.
Come credo
ogni inizio eccitante, anche il nostro lo è stato. Partiti di mattina
presto,naturalmente durante il procedere del viaggio tutti abbiamo
dimostrato stanchezza,ma reagivamo perché curiosi di quello che ci
aspettava. Appena atterrati, la prima cosa che io ho notato è stata
l’aria pulita che si respirava. Il cielo era di un azzurro intenso, un
azzurro mai visto in Italia.
Faceva
freddo , siamo saliti sul pullman che ci avrebbe poi portati a
Zawiercie, il viaggio durò più del dovuto e l’attesa cominciò a farci
diventare pazzi : chi cantava, chi rideva senza fermarsi chi invece
dormiva; e finalmente dopo cinque ore siamo arrivati alla meta.
Non ero
agitata ma molto stanca. Finalmente vengo accompagnata casa di Nikola la
ragazza che mi ospitava. Una casa più bella non poteva capitarmi. Anche
se piccolissima, era super accogliente, e per fortuna molto calda. Non
scorderò mai la prima sera, mi diedero una bella tazza calda di the e
mi riempirono di molti confort più del dovuto.
Nonostante
questo su sette giorni che siamo stati li, cinque sono stata poco bene
avevo addirittura la febbre, ma questo non ha condizionato la mia
esperienza, si ero molto debole ma mi sono comunque divertita e legata a
tantissime persone. Ho avuto modo di capire quanto le persone siano
diverse tra loro.
Abbiamo visitato bellissimi posti.
Tutto
buono, tutto delizioso. La cosa che realmente non ci mancava mai era il
cibo, rifiutarlo per loro era segno di scortesia .
Varsavia e
Cracovia sono veramente fantastiche, soprattutto Varsavia mi ha colpito
molto, era piena di gente una diversa dall’altra. Le professoresse sono
state sempre gentili e molto attente ai nostri bisogni.
Questa
esperienza per me è stata veramente spettacolare, in ogni attimo in ogni
minuto non mi sono mai sentita fuori posto o ansiosa di tornare a casa;
ho trascorso una settimana veramente fantastica.
Aggiungi didascalia |
Ho
conosciuto gente speciale. Soprattutto la ragazza che mi ha ospitato è
stata adorabile, era molto simile a me nel carattere e quindi ci siamo
trovate bene fin dal primo momento.
Krakow |
Se qualcuno mi chiedesse di fare le valige per ripartire domani mattina,non esiterei a farlo.
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